La vita e l‘economia della città e della provincia di Verona furono sempre legate al suo fiume, l‘Adige, via di navigazione nei secoli attorno a cui fiorirono attività artigianali e commerciali. Da Jago si raggiunge Pescantina, paese che fa da confine tra la Valpolicella e l‘Adige, nel passato importante porto fluviale e rinomato cantiere navale, come testimonia il locale Museo etnografico.

Per Pescantina, strategico punto d‘approdo delle merci da e per l‘Adige, passava, costeggiando il fiume, la strada Alzaia che collegava i paesi da Ceraino, situato a Nord, alle località Nassar e Parona, poste a Sud.

La strada permetteva il traino controcorrente, tramite funi e cavalli, dei burchi, le tipiche imbarcazioni che, dopo aver scaricato le merci a Pescantina, risalivano il fiume fino alla Val d‘Adige. Si può tuttora ripercorre a piedi l‘Alzaia partendo dal centro paese, attraversare l'abitato di Arcè, di cui merita menzione la chiesa romanica di S. Michele Arcangelo, e giungere a Sega di Cavaion. Dalla riva opposta del fiume, è visibile la frazione di Pol, da cui deriverebbe il toponimo Valpolicella.

Il borgo rivestì una particolare importanza specie durante i secoli della dominazione veneziana, quando era il porto fluviale della cosiddetta "via del sale".

Dall‘Adriatico, via fiume, qui arrivava la preziosa merce che permetteva la conservazione degli alimenti; da Pol, i carichi di sale venivano, via terra, trasportati al porto di Lazise da cui, stavolta via lago, risolcavano le acque alla volta di Desenzano, quindi di Brescia e della più lontana provincia di Bergamo.